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Tipologie di casco: come scegliere
di Fabio Caliendo | 18-06-2023 | News e Varie, News NoleggioVi siete mai chiesti quanti tipi di caschi esistono e perché? Vi diamo tutte le risposte che state cercando sulle tipologie di caschi
Vi siete mai chiesti quanti tipi di caschi esistono? Perché, poi, esistono diversi tipi di casco. Insomma, è un accessorio che serve a salvaguardare la nostra vita in caso di incidente. Dovrebbero essere tutti uguali, l’importante è che siano sicuri. Invece no, non funziona così. Si possono riconoscere tre principali categorie, alle quali si aggiungono altre sottocategorie. Una cosa è certa, il casco è moda, è come se fosse un capo di abbigliamento, tant’è che può piacere come no, in base alla sua forma, alle sue grafiche. Oggi vedremo insieme quali sono le categorie, quali e come sceglierle, insomma, una sorta di guida all’acquisto.
Sommario
Omologazione EC 22-06
Iniziamo con il dire la cosa più importante: il casco, deve essere omologato! Fino ad oggi esisteva l’omologazione ECE 22-05, roba di 20 anni fa. La sicurezza però va avanti, al pari della tecnologia. Una volta esisteva la sola termoplastica per la calotta, poi sono arrivate le fibre composite, fibra di carbonio inclusa. I caschi ECE 22-05 sono ancora vendibili ed indossabili, sia chiaro, ma ora con la nuova omologazione ECE 22-06 entrata in vigore dal 1° gennaio 2021, qualcosa è cambiato.
Facciamo un passo indietro. La ECE 22-05 individuava cinque punti di impatto dell’incudine sul casco. L’incudine veniva fatta cadere sul casco ad una determinata distanza, per colpire il casco ed in seguito verificare ed analizzare i danni. Impatti per fronte, sommità, retro, laterale e mentoniera. Con l’ECE 22-06 se ne aggiungono ulteriori 4 o 6, a seconda del tipo di casco. Si vanno dunque a “provare” le resistente lungo le linee mediane, nonché un ulteriore punto a campione (differente su ogni tipo di casco).
Altra modifica è che ora c’è la capacità di assorbire anche colpi a minore intensità. Questo perché le statistiche parlano di morti dovuti a colpi a basse velocità. Spieghiamoci meglio: prima gli impatti contro una incudine piatta e del “Kerbostone” (paracarro) a forma di marciapiede, vedevano una altezza di 7,5 metri, ridotti a 5,5 per la mentoniera. A conti fatti, il casco prendeva una botta a 7,5 m/s, ovvero 28 Km/h. Ora gli impatti salgono a 5,5 ed a 8,5 metri, con conseguente velocità più alta.
Infine, viene aggiunto un test: l’accelerazione rotazionale. Così, si misura la sporgenza lateralmente in caso di impatto. Una curiosità? Per effettuare queste rilevazioni, i tecnici adoperano delle finte teste in magnesio dotate di “grip”, per simulare la pelle umana. Nove accelerometri e specifici sensori di velocità angolari, sono installati sul finto capo per raccogliere i dati del caso. Chiaramente, i caschi ora, sono più pesanti, visto che c’è “più materiale”.
Tipologia di casco: come scegliere l’elmetto giusto
Tendenzialmente, non esiste una regola, l’importante è mettersi un casco in testa! Va però detto che, la moda, vuole che ad ogni moto corrisponda una determinata tipologia di casco. Varia dunque in base al tipo di moto, o perché no, al tipo di scooter. Come detto, identifichiamo tre tipi di elmetto: jet, integrale e modulare.
Casco Jet
Iniziamo da quello più comune, ovvero il casco jet. Ve lo diciamo subito, è il meno protettivo in assoluto, poiché il volto resta scoperto, e la visiera lunga, nulla può fare in caso di impatto. Detto questo, è spesso utilizzato in città, dove da una parte le velocità sono più basse, ma dall’altro gli incidenti sono molto più comuni. Il jet (ma esiste anche il demi-jet, dove parte di nuca e orecchie sono scoperte) è dunque sfruttato per i tragitti quotidiani, meglio in estate, se addirittura traforato. Alcuni, in caso di visiera lunga che arriva fino al mento, lo utilizzano per farci moto-turismo a piccolo raggio.
Ormai, come tutti i caschi, anche questi sono dotati di visierino parasole integrato, azionabile tramite una leva od un pulsante. La visera può arrivare fino al naso o al mento, mentre non manca quasi mai la predisposizione per l’interfono bluetooth. Quasi tutti hanno poi le prese d’aria da poter aprire nella stagione più calda.
Casco Integrale
Subito dopo il casco aperto, è stato inventato il casco integrale, dispositivo di sicurezza che offre il massimo livello di protezione. Questo perché vanta la mentoniera, e dunque protegge anche in caso di impatto facciale. Tendenzialmente offre materiali e finiture di pregio, oltre al fatto che si cerca di renderlo e realizzarlo il più silenzioso possibile. L’integrale è utilizzato per ogni tipo di cosa. Dalla pista al mototurismo, dallo scooter al fuoristrada. Sono integrali e di sottocategoria anche i crossover ed i caschi da cross. Il casco da cross, è quello che va corredato con gli occhiali (o maschera) dotati di elastico da assicurare dietro la nuca. Hanno la mentoniera a punta (per non raccogliere il fango) ed il frontino per proteggere dagli schizzi di fango ed aiutare a guidare quando c’è il sole. Il crossover, è una evoluzione di quest’ultimo, tant’è che viene aggiunta una visiera e vengono accorciati mentoniera e frontino.
Il casco integrale, ad eccezione di quelli definiti “race”, ovvero da pista e che devono essere leggerissimi, vantano il visierino parasole integrato e la predisposizione per l’interfono. Quanto ai caschi sportivi da pista, come detto sono leggerissimi, poiché in fibra. Tendenzialmente il casco integrale viene utilizzato su naked, sportive e sport-tourer. I crossover sono dedicati alle enduro on-off ed alle dual sport, mentre i caschi cross, alle enduro specialistiche, ai supermotard ed alle moto da cross.
Casco Modulare
L’ultima invenzione in tema caschi, è il casco modulare, ovvero un elmetto dotato di mentoniera apribile o removibile. Solitamente è scelto da tutti coloro che fanno mototurismo o che usano la moto in ambito urbano. Del resto, si trasforma da casco integrale e jet con un semplice gesto della mano, premendo un pulsante. Più comodo di così! Chiaramente, avendo un meccanismo, ha come contro il peso, più alto di un integrale.
La maggior parte dei caschi modulari poi, dispongono della doppia omologazione, detta P/J, ovvero omologati sia aperti che chiusi. Va da sé che i caschi con la sola omologazione integrale, dovranno essere utilizzati solo ed esclusivamente con la mentoniera chiusa. In ogni caso, aprire la mentoniera, anche da fermi, vi consente di poter fare una chiacchiera quando si è alla stazione di servizio od al semaforo, senza dover urlare come con l’integrale che, giocoforza, fa da “scudo” alla nostra voce. I caschi modulari sono poi generalmente dotati di visierina parasole a scomparsa. Quasi tutti sono predisposti per gli interfono. Le tipologie di moto? Enduro stradali, tourer, scooter crossover.
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