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Euro 7: quali sono le novità della normativa?
di Fabio Caliendo | 03-04-2023 | News e Varie, News NoleggioSono tantissimi i dubbi sulla Euro 7. Come finirà? Si farà? Cerchiamo di capire come cambierebbero le cose con questa normativa
Non si fa che parlare del blocco delle auto a combustione nel 2035, ma prima di questo “traguardo”, c’è una ulteriore “tappa” da affrontare. Cosa? La normativa Euro 7! Non c’è ancora nulla di certo, visto che molti votano a favore, per l’abolizione della cosa, prima ancora che entri in vigore. C’è una data? Sì. Luglio 2025. Ma che cosa cambierebbe? Come modificherebbe le cose, per una persona che desidera comprare una automobile nuova? Quali saranno gli impatti di questi “limiti” a livello di emissioni di scarico? La Euro 7, farà “invecchiare” le precedenti Euro? Le auto Euro 7, costeranno di più? Quante domande, davvero tante.
Mettiamo subito le mani avanti però: l’Euro 7, è per il momento, solo una proposta della Commissione Europea. C’è tanto ancora da parlare e definire, senza contare che il 2025 è dietro l’angolo. La norma Euro 7, andrà a controllare e regolare le emissioni di particolato derivante da altri parametri. Parliamo dell’usura dei pneumatici e dei freni. Ancora una volta sono sotto accusa le auto diesel. Per loro è infatti prevista una ulteriore stretta a livello di emissioni di ossidi di azoto (NOx). Si arriverebbe infatti agli stessi limiti delle automobili a benzina. Ma andiamo per gradi.
Sommario
Cosa cambia per le auto in circolazione?
La preoccupazione di chi ha comprato da poco un’auto, o sta per compararla, ovviamente è: cosa cambia per le auto in circolazione? State tranquilli, perché intanto è solo una proposta della Commissione europea. Al momento una cosa è sicura: attualmente, il regolamento da seguire è quello in vigore, ovvero la Euro 6d In vigore dall’anno scorso, 2022). Se la Euro 7 sarà approvata, interesserà le auto immatricolate dal 1° luglio 2025. Non ci saranno applicazioni retroattive, quindi le auto pre Euro 6, non avranno problemi. Gli attuali possessori di automobili vecchie, che rispettano le normative Euro 0, 1, 2, 3, 4 e 5, dovranno affrontare quelle che sono già le attuali problematiche relative ai blocchi del traffico imposti dalle amministrazioni locali o regionali. Pensiamo all’Area C di Milano, alla Fascia Verde di Roma, e così via.
Ossidi di azoto e particolato: un taglio netto
Come accennato in apertura, l’arrivo dell’Euro 7 segnerà un ulteriore taglio degli agenti inquinanti. Parliamo si di auto, ma anche di veicoli commerciali leggeri e pesanti, che emettono nell’atmosfera ossidi d’azoto e particolato. L’obiettivo della Commissione è proprio questo infatti. Così è stato dichiarato: “Garantire la presenza su strada di veicoli più puliti, migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente“. Da proposta, sarà approvazione, per poi essere convertita in norma obbligatoria da Parlamento e Consiglio europeo? Beh, la strada non è proprio quella giusta, visto che si sono registrati diversi rinvii e ripensamenti.
Riprendiamo il comunicato: “Finalmente la Commissione propone un periodo di tempo sufficiente per consentire all’industria dell’auto di fare i necessari aggiustamenti prima che i veicoli Euro 7 entrino nella fase produttiva. Nel frattempo è iniziato il lavoro che porterà ad avere tutte le norme di attuazione pronte al momento giusto“. Insomma, come avrete capito, ci sono tante idee, e molto poco chiare.
Euro 7: entriamo nello specifico
Cerchiamo ora di capire in cosa consiste questa Euro 7. Come accennato in apertura, si tratta di controllore e limitare le emissioni di freni e pneumatici delle autovetture. Parametri che, potete immaginare, interessano anche le autovetture elettriche. Di cosa parliamo? Di… particelle! Entro il 2035, le particelle rilasciate in atmosfera e su strada dai freni delle auto dovranno scendere, secondo la Commissione, del 27%. Stessa sorte toccherà alla quantità delle cosiddette microplastiche, disperse nell’ambiente dagli pneumatici. Non è ancora stato stabilito un limite, ma la cosa interesserà più che altro i costruttori di gomme.
A preoccupare di più però, è forse il taglio alle emissioni di NOx delle auto. NOx, ovvero ossidi di azoto. Questi dovranno essere ridotti del 35% rispetto alle attuali auto Euro 6. Una cosa non certo facilissima. Inoltre, anche il particolato subirà un deciso taglio: rispetto alle Euro 6, la Euro 7 dovrà essere inferiore del 13%. Altro cambiamento che “toccherà” la Euro 7, è relativa ai cicli di omologazione. Questi diventeranno ancora più simili alle normali condizioni di utilizzo delle vetture, compreso l’utilizzo di “commuting” cittadino. Questo perché dovrà essere il più simile possibili all’utilizzo reale delle autovetture. Oltre a questo, si aggiungerà anche il controllo delle emissioni nel tempo. Quest’ultimo sarà ottenuto via appositi sensori di bordo, così da facilitare i controlli, così da non superare i livelli di inquinanti predeterminati.
Altra novità rispetto alla Euro 6, interesserà i limiti massimi di emissioni alle emissioni di ammoniaca, responsabile dello smog, e di formaldeide, un gas irritante e cancerogeno. Saranno infatti dei limiti più bassi. Oltre a questo, con la Euro 7 sarà regolato, per la prima volta a livello globale, il particolato ultrafine. Questo dovrà essere infatti sotto i 10 nanometri. Sotto controllo, anche la durata della batteria.
Ancora tanti i dubbi degli addetti di settore
Come avrete letto, sono diverse le nuove regole e proposte della Commissione Europea, alcune più “semplici” da poter realizzare, altre che diventano davvero difficili da mettere in atto. Il tempo è poco, e soprattutto il limite successivo sarebbe appena 10 anni dopo, nel 2035. I dubbi sollevati dalla maggioranza dei Costruttori europei di auto, sono più che fondati. Soprattutto quelli riuniti nell’Acea, che per voce del suo direttore Sigrid de Vries ha già fatto presente che, grazie alla Euro 7, i consumatori si troverebbero a vedere un aumento medio stimato in 2.000 euro ad auto. Il motivo? Avete pensato agli investimenti necessari per ad adeguare le emissioni a quel “5% di condizioni di guida mancanti rispetto all’attuale Euro 6”?
Oltre all’Acea, ci sono anche i dubbi dell’Anfia, associazione che rappresenta e tutela la filiera italiana dell’automobile. Per loro, l’aumento medio è stimato in un 3% per il prezzo delle auto. Tutt’altro che positiva la loro considerazione in merito all’Euro 7: al momento, trattasi di una proposta “incompleta e approssimativa, incongruente e decisamente gravosa, nonché inaccettabile nel suo impianto“. Anche il nostro Governo è contro, con Salvini che la ritiene una “impuntatura ideologica“, visto che è superata dallo stop alle auto termiche dal 2035.
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