Crisi della mobilità elettrica?

di | 16-09-2024 | News e Varie, News Noleggio

Le auto elettriche sono davvero già in crisi? Per quale motivo? Cerchiamo di dare qualche spiegazione alla cosa

Crisi della mobilità elettrica?
Confronta

È appena “partita”, e già si parla di crisi della mobilità elettrica. Come è possibile? Perché non decolla? E no, il “peso” delle batterie non è giustificabile. A parte gli scherzi, qualcosa non va. Ok, il mercato delle elettriche cresce, ma troppo lentamente, tant’è che le Case automobilistiche hanno “rallentato” sugli investimenti. Guardiamo a Volvo. La casa svedese ha recentemente rinunciato all’obiettivo di vendere solo modelli di ultima generazione entro il 2030 per la netta decrescita della domanda. Stessa sorte per Porsche e Mercedes-Benz, che hanno “tirato il freno a mano”.

Sommario

Italia male, Germania peggio

Guardando poi agli affari nostri, in Italia Stellantis ha congelato il progetto sulla gigafactory di Termoli. Non solo da noi ovviamente, visto che anche in Germania, Kaiserslautern ha fatto la stessa fine. Insomma cosa cavolo sta succedendo al mercato dell’elettrico? Il mercato parla chiaro, i dati di vendita sono in negativo, punto e basta. Le vendite di auto elettriche nel Vecchio Continente sono scese del 10,8% (rispetto al 2023). Solo il 12,5% sono “alla spina”, contro il 13,5% del luglio 2023. In ogni caso, le elettriche crescono, ma non come ci si aspettava.

Il parere di Rho Motion

Molti diranno che sono chiacchiere, ma invece i dati ci sono. Non solo quelli di vendita, ma a parlare sono anche delle società di consulenza. Parliamo ad esempio di quelli di Rho Motion. L’anno scorso, a livello globale, le vendite di auto elettriche Bev e plug in Pheb hanno registrato un incremento pari al 31% rispetto al 2022. Non male. Assolutamente no invece, poiché nel 2022 l’aumento fu del 60%, e tre anni fa, fu addirittura del 100% in più.

Attenzione poi, poiché ad aumentare veramente sono le ibride, non le elettriche pure. Queste ultime, nel primo trimestre 2024 hanno infatti registrare solo un +1,5% (dati dell’European automobile manufacturers association). In ogni caso i veicoli elettrici prodotti nel 2024 sono inferiori rispetto al 2023. In Germania, si è addirittura scesi del 16,4% a livello di immatricolazioni del primo semestre rispetto all’anno scorso.

L’elettrico? In Cina sì, in Italia no

Spesso e volentieri quando parliamo di dati di vendita, si parla di dati a livello globale. Va fatta dunque una considerazione: in Cina le elettriche vanno forte, in Europa meno… in Italia peggio. Il discorso è sempre lo stesso, i costi. I salari nel Bel Paese sono bassi, non si riesce a stare al passo con la maledetta inflazione. In questo devono dunque forzatamente entrare gli incentivi statali, che devono essere cospicui e sempre presenti, altrimenti non se ne fa nulla. In Germania l’elettrico si è fermato, perché gli incentivi sono finiti, semplice. Conseguenza? La crisi, con Volkswagen che ha annunciato licenziamenti e delocalizzazioni. Ulteriore conseguenza: nuovi stanziamenti di ecoincentivi. Insomma un cane che si morde la coda.

Torniamo a noi italiani: tra gennaio e luglio, appena il 3,8% delle auto vendute sono state elettriche. Un dato basso, ma presente perché c’erano gli incentivi fino a 13.500 euro. Terminati gli stanziamenti statali, si è subito registrato il calo: agosto 2024, ha registrato un 36% di targhe in meno. Fa “sorridere” (per non piangere) la data del 2035 con lo stop delle vendite alle auto termiche. E’ tutto in ritardo; facile dunque pensare a dei posticipi per questa data.

Elettrico in Italia: moda o cosa?

Le auto elettriche, in Italia, sono più un fattore di moda e sfizio, ed in fatti sono relegati ai consumatori che hanno in generale grosse disponibilità economiche. Non siamo noi a dirlo, ma i dati di vendita. Tra le più vendute nel Bel Paese, indovinate quale auto c’è? La Tesla Model 3, auto che supera i 41mila euro, Tesla Model Y (oltre 42.000 euro) e Volvo Ex30 (auto da oltre 36.000 euro). Per dirne una, la più economica Fiat 500e? Stellantis ha deciso di bloccare la produzione, notizia del mese di settembre. Non se ne vendono abbastanza… La “transizione” è dunque lenta, molto lenta. Non si può certo parlare di “cambio”. Soldi non ce ne stanno, e sono più i contro che i pro.

Come si muovono le Case automobilistiche?

La situazione, come avrete capito, non è certo semplice. La sensazione è che dopo milioni di euro di investimenti, ora le Case automobilistiche stiano facendo retromarcia. Attenzione però, c’è anche chi ha investito e non vuole togliere il piede dal gas. Guardiamo al Gruppo Volkswagen, con il numero 1 Oliver Blume, che ha da poco “sollecitato” la Ue ad andare aventi con la data del 2035. Di diversa idea il Gruppo Renault, convinto si sulle elettriche, ma che spinge per la soluzione ibrida, ovvero continuare in ogni caso a produrre auto termiche.

Situazione opposta in Cina, come già detto sopra. Lì si continua a investire e produrre come se non ci fosse un domani. Del resto, Tesla (per citare un marchio “Made in USA”) o BMW (per citare un “Made in Germany”), continuano a produrre auto proprio lì, in Cina! Perché? Perché lì costa meno la produzione, ovvio. La soluzione dell’UE? In cambio dei dazi contro le importazioni di auto dalla Cina. Così facendo però, va in crisi la BMW della situazione e ne “giova” la Tesla della situazione. Insomma, una coperta troppo corta che lascia fuori le spalle… o i piedi.

Le infrastrutture sono mancanti

C’è poi il discorso infrastrutture, mancanti, punto e basta. L’espansione dell’infrastruttura di ricarica è troppo lenta, ed è concentrata soprattutto in Germania, Francia e Paesi Bassi. Per il numero 1 di Federmeccanica, Federico Visentin, l’elettrico è crisi. Per il Presidente di Unindustria Cassino, Francesco Borgomeo (opera in un distretto caratterizzato dalla fabbrica ex Fiat, ora Stellantis). la crisi profonda è alle porte. In un’intervista all’Ansa, ha richiesto degli “strumenti straordinari“. Nel mirino, l’auto elettrica: “Lo scenario da cambiare è quello ideologico che in Europa ha determinato una crisi in un settore industriale rilevantissimo“.

Borgomeo, continua poi sullo stop al motore endotermico dal 2035 e l’obbligo di Euro 7 per le immatricolazioni da luglio 2025: “Come disse Marchionne, siamo pronti a costruire una transizione verso le auto elettriche, ma deve esserci un’effettiva produzione di energia da fonti rinnovabili, altrimenti è tutto finto. È una truffa, perché parliamo comunque di energia da fossile. E il prezzo industriale, sociale, economico è altissimo: il sistema crolla“.

Insomma secondo alcuni economisti, questa cosa dell’elettrico è una delle più grosse truffe mai organizzate. Ci sarebbe poi da parlare di altre cose, come ad esempio il fattore energia. Se ci fossero veramente più auto elettriche che termiche, l’intera rete elettrica collasserebbe. Non siamo e non saremo pronti per affrontare una tale richiesta di energia. Per produrre energia poi, si inquina… C’è poi il discorso inquinamento delle batterie; non sono infinite, vanno cambiate e le vecchie smaltite, e di certo non possono essere buttare in fondo all’Oceano e arrivederci e grazie. Potremmo parlarne all’infinito, ma pare proprio che la strada imboccata non sia proprio quella al 100% corretta.

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