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Biofuel: cos’è? È necessario cambiare auto?
di Fabio Caliendo | 09-08-2023 | News e Varie, News NoleggioBiofuel, alias biocarburante, cos'è? Da cosa deriva? Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo carburante "verde"
Abbiamo parlato nelle settimane scorse di normativa Euro 7, e poco dopo di quanto ancora potranno circolare i diesel. Insomma lo stop ai motori endotermici preoccupa un po’ tutti. Ci sono però delle “alternative” valide, come gli e-Fuel ed i biocarburanti. Parliamo di questi ultimi? Cosa sono? Come si producono? Ecco tutto quello che c’è da sapere, incluso se dovrete o meno cambiare auto, o potrete utilizzare quelle di ultima generazione. Ma andiamo per gradi. Una cosa è certa: i biocarburanti sono dei combustibili, e lentamente sono diventati sempre più popolari. Il motivo? Il prezzo contenuto.
Sommario
Cosa sono i biocarburanti?
Sentiamo sempre più parlare di biocarburanti, ma cosa sono? Ovviamente… dei combustibili derivati dalla lavorazione delle biomasse, alias sostante organiche di origine vegetale e/o animale. Questo sono ottenuti dalla lavorazione di sostanze organiche dunque, per poi essere impiegati per alimentare i nostri motori, rigorosamente termici. Attenzione però, perché servono anche ad altro, come ad esempio per generare energia elettrica, ma anche per produrre il gas naturale.
Se la vogliamo fare ancora più “facile”, possiamo dire che i biocarburanti sono dei combustibili ricavati dalla coltivazione diretta di determinati vegetali, da scarti agricoli o d’allevamento, dalla lavorazione del legno ed in piccola parte, dalle alghe. Sono dunque, al momento, la più valida alternativa ai più noti combustibili fossili. Perché vengono definiti “fonti rinnovabili”? Perché sono ottenuti da sostanze organiche sia vegetali che animali. Niente a che vedere dunque, con petrolio, carbone ed altri minerali. Questi ultimi poi, al contrario dei biocarburanti, offrono disponibilità limitata, visto che prima o poi finiranno.
Biocarburanti: ancora molto “giovani”
I biocarburanti, a differenza dei vecchi combustibili, sono piuttosto recenti, visto che lo sviluppo è iniziato solo nella seconda metà del secolo scorso. Naturalmente gli scienziati volevano avere una alternativa funzionale rispetto al petrolio, ed inquinare di meno. Inoltre, l’idea di “sfruttare” i tantissimi scarti di determinate attività umane, quali agricoltura o allevamento, era un ulteriore obbiettivo. Rispetto al passato poi, i biocarburanti possono essere ottenuti da diverse fonti.
Se guardiamo all’ambito agricolo, per ottenere i biocarburanti si preferiscono piante quali il mais, la soia, la colza ed il girasole. Volendo si possono poi recuperare dagli oli vegetali di origine industriale, così come dagli scarti della lavorazione del legno e da alcune alghe marine. Interessante poi sapere che i biocarburanti possono essere ricavati anche dal riciclo del letame e da altri concimi di origine animale. Ovviamente, c’è tutto un processo complesso di fermentazione. Serve tempo, un microclima controllato e dedicato, e naturalmente l’azione di batteri anaerobici. Grazie alla decomposizione, si crea un olio vegetale infiammabile, nonché del gas naturale, il nostro biocarburante.
Biocarburanti e biocombustibili: che differenza c’è?
Vi sarà capitato di cercare la parola biocarburante, e di ricevere “in suggerimento” la parola biocombustibili. C’è differenza tra i due? Beh, entrambi sono di origine organica, animale o vegetale. Tutti e due servono ad alimentare i motori, o magari produrre del gas naturale. Insomma, sono molto simili, ma leggermente diversi. Il biocombustibile infatti è il carburante che viene utilizzato per “sostituire” diesel e benzina. Ecco perché, spesso viene chiamato biofuel, così da non fare confusione.
Diesel=biodiesel, benzina=bioetanolo
Pensiamo e guardiamo poi al biodiesel, uno dei biocombustibili più diffusi. E’ sempre un biocarburante di derivazione oli vegetali (in particolare colza e girasole), lavorato e raffinato per essere utilizzato nei motori diesel. I pro? E’ una fonte rinnovabile, produce meno anidride carbonica ed è economico, visto che è offerto a meno della metà del prezzo di un litro di diesel classico. Per la benzina? Parliamo di bioetanolo, un carburante dalle proprietà molto simili alla classica verde. Miscelato come additivo, permette di aumentare il numero di chilometri percorribili con un solo litro. Anch’esso è ricavato dalla fermentazione di alcune piante. Il prezzo di un litro di bioetanolo è però di circa 3 euro. Può essere mescolato alla benzina con percentuali massime del 20%. Così facendo, il costo al litro si riduce del 30% circa in meno ogni pieno. Si può sfruttare al 100% il bioetanolo? Sì, ma solo nelle vetture con motore Flex. Altra curiosità del bioetanolo è il potere calorifico, inferiore alla benzina. Ne occorre infatti anche il 50% in più rispetto alla solita verde. Ecco perché, si “vota” per la miscela.
I pro dei biocarburanti
Insomma i biocarburanti hanno decisamente un ridotto impatto ambientale. Questo perché ricavati da fonti rinnovabili. Parte della CO2 prodotta poi, è riassorbita dal nuovo ciclo vitale delle coltivazioni da cui derivano, e poi non hanno metalli pesanti, dannosi per la nostra salute. A parità di performance, vantano costi contenuti (50% in meno circa) e poi “recuperano” gli scarti.
I contro
Vanno però visti i contro, come ad esempio un esagerato sfruttamento delle risorse alimentari, viste le coltivazioni utilizzate per il normale consumo alimentare. Pensiamo poi alla deforestazione relativa, e poi non sono sempre carbon-neutral, poiché non tutti gli idrocarburi vegetali compensano la CO2 con il ciclo vitale delle piante d’origine. In ogni caso, rispetto a prima, Confindustria parla di un aumento stimato in un 600% nei soli ultimi 10 anni. Il consumo? Attorno agli 1.2 milioni di tonnellate l’anno.
Quali auto sono 100% compatibili?
Chiudiamo il nostro lungo percorso, cercando di capire quali auto siano compatibili. Quando si aggiunge alla benzina senza piombo una quantità relativamente limitata di bioetanolo, diverse automobili possono tranquillamente essere utilizzate senza effettuare modifiche al propulsore. Se prodotte dopo il 2011, si può infatti usare l’E10. Pensate che, nei carburanti delle auto della maggior parte dei paesi europei, probabilmente è già presente una minuscola quantità di biocarburante. Impariamo a leggere le sigle: il carburante “SP95-E10” è etichettato “E10”, proprio perché contiene fino al 10% di componenti come il bioetanolo. Dove sono distribuiti in Europa? Germania, Danimarca, Ungheria, Francia, Paesi Bassi, Belgio (e Regno Unito). Anche l’E5 è disponibile in numerosi paesi europei. Quanto al diesel venduto nel Vecchio Continente, contiene generalmente fino al 7% di biodiesel ed è etichettato “B7” oppure fino al 10% di biodiesel e, in questo caso, sarà etichettato come “B10”.
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