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Riforma tariffaria energia rimandata al 2020: ecco cosa abbiamo scampato
di Fabrizio Comerci | 06-12-2018 | Leggi Norme Regole, News e Varie, News Gas e LuceTrend Casa Luce
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82.09 €/MESEENEL MOVE LUCE
87.06 €/MESEPossiamo tirare un sospiro di sollievo: Arera comunica che l’ultima fase della riforma tariffaria del mercato dell’energia elettrica viene differita al 2020. Si tratta del secondo anno in cui si rimandano gli effetti che completano la riforma. Andiamo a vedere cosa prevede la delibera 626/2018/R/eel dell’Autorità e cosa accadrà a partire dal 1° gennaio 2019.
Sommario
Cosa prevede la riforma tariffaria per il mercato dell’energia elettrica
Secondo le intenzioni del legislatore e del regolatore, la riforma delle tariffe di rete per il mercato dell’energia elettrica italiana avrebbe dovuto promuovere i consumi efficienti “rendendo quello che paghiamo più equo e realmente aderente ai costi dei servizi di rete”. Tuttavia, analizzando i tipi d’interventi previsti dalla delibera del 2 dicembre 2015 582/2015/R/eel e la delibera d’attuazione del 22 dicembre 2016 782/2016/R/eel, si potrà avere un’idea più chiara di quale sia l’impatto effettivo degli interventi che incidono per il circa il 40% sul valore della bolletta:
- Eliminazione degli scaglioni per la tariffa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore: si tratta dei costi imputati in bolletta a copertura dei servizi per la misurazione dell’energia prelevata e del trasporto nella rete. L’eliminazione degli scaglioni comporta un costo proporzionale al consumo. Gli utenti sono portati a consumare meno in assoluto e non a mantenere i consumi sotto una certa soglia per evitare lo scatto dello scaglione superiore.
- Eliminazione degli scaglioni per gli oneri di sistema: i fondi raccolti da tale voce in bolletta vengono impiegati per sostenere interventi o sviluppi a beneficio di tutto il sistema elettrico nazionale. Anche in questo caso vale quanto detto sopra: al di là delle dichiarazioni di principi, di fatto l’eliminazione della progressività degli oneri di sistema incide maggiormente sui piccoli consumatori, avvantaggiando i grandi consumatori. Una categoria che, è doveroso dirlo, non comprende solo i benestanti, ma anche le famiglie numerose indipendentemente dal reddito.
Per quanto riguarda la tariffa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore, la riforma delle tariffe è entrata in vigore il 1° gennaio 2018, con la sostituzione delle vecchie tariffe D2 e D3 con la nuova tariffa DT. Per l’introduzione del sistema a consumo nel calcolo degli oneri di sistema, bisognerà attendere ancora un anno.
Come funziona (anche nel 2019) la tariffa degli oneri di sistema
Non ci si aspettano sorprese in bolletta per il 2019, dunque. Almeno per ciò che riguarda la struttura delle voci di costo. Gli oneri di sistema continueranno a essere presenti così come li abbiamo conosciuti fino a oggi. Si tratta di due scaglioni basati sui consumi:
- fino a 1.800 kWh/anno
- oltre 1.800 kWh/anno
Contando che il consumo di un cliente tipo del mercato (così come definito da Arera) è di 2.700 kWh/anno, l’eliminazione della progressività avrebbe dovuto portare giovamento alla maggior parte degli utenti delle forniture luce. Eppure, le motivazioni dietro la decisione di differire l’entrata in vigore dell’ultimo provvedimento di riforma tariffaria, fa sospettare che non sia così.
Perché rimandare l’ultima fase della riforma tariffaria?
Nel comunicato Arera si legge che la decisione di rimandare l’applicazione dell’ultimo step della riforma tariffaria è stata presa: “Per evitare la sovrapposizione nel prossimo anno con gli effetti che deriveranno dalla riattivazione degli oneri generali, parzialmente sospesi negli ultimi 2 trimestri per limitare gli aumenti di spesa dell’energia elettrica”. Per capire a cosa si sta facendo riferimento, rimandiamo all’approfondimento: Perché aumenteranno le bollette luce e gas nel 2019. Possiamo qui notare che la preoccupazione di Arera sia più orientata a una prospettiva di aggravio delle bollette, piuttosto che a un vantaggio per la maggioranza delle famiglie italiane.
Negli ultimi giorni, l’Autorità si è spinta oltre tale decisione, avanzando la proposta di eliminare definitivamente gli oneri di sistema dalla bolletta, ipotizzando la raccolta dei fondi necessari per coprire le spese e gli investimenti relativi allo sviluppo del sistema energetico del nostro Paese attraverso la fiscalità generale. Una strategia che, sempre secondo l’Autorità, dovrebbe essere accompagnata da una ristrutturazione profonda delle voci di costo della bolletta della luce.
L’impegno e il ruolo di Arera nella tutela del consumatore, soprattutto in quest’ultimo anno, è encomiabile e ha permesso di calmierare i diversi effetti negativi sul costo dell’energia elettrica in bolletta. Quest’ultima decisione, arrivata a pochi giorni dall’abolizione della progressività degli oneri di sistema, ha confermato una capacità di valutazione che va oltre la logica burocratica del regolatore tout court.
Si salvano solo in parte i consumatori in Maggior Tutela
La riforma degli oneri generali avrebbe interessato tutto il mercato, ma c’è una parte dei provvedimenti previsti dalla riforma tariffaria che andrà in porto e riguarda una fetta rilevante dei consumatori. Per le circa 20mila famiglie servite in Maggior Tutela in qualità di clienti domestici residenti entrerà in vigore l’abolizione della progressività della tariffa DISPBT. A partire dal 2019 tale componente di costo non verrà più calcolata sulla base degli scaglioni di consumo, ma sarà proporzionale al consumo, come già avviene per i clienti tutelati non residenti.
Mercato tutelato: cos’è la tariffa DISPBT
La componente di costo DISPBT compensa la differenza tra gli importi versati tramite la componente Commercializzazione (PCV) e i costi di gestione commerciale delle imprese di vendita in regime di tutela.
Attualmente si applica in misura fissa (euro/anno), a credito del cliente e, per le utenze in abitazioni di residenza, anche all’energia consumata (euro/kWh), con prezzo più basso per i consumi fino a 1.800 kWh/anno. A partire dal 1° gennaio 2019, dunque, quest’ultima componente diverrà progressiva sulla base del consumo.
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