Cosa sono i consumi involontari nel riscaldamento

di | 20-12-2018 | News Gas e Luce, Notizie Gas

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Cosa sono i consumi involontari nel riscaldamento
Confronta

Chi ha letto con attenzione il dettaglio della ripartizione della spesa condominiale per il riscaldamento, avrà notato la voce “consumi involontari“. Cosa sono? Su quale base viene imputato questo costo?

L’obbligo d’installazione delle valvole termostatiche e dei contabilizzatori di calore ha segnato una svolta nel campo del riscaldamento centralizzato. Con l’entrata in vigore a giugno 2017 delle disposizioni introdotte dal decreto legislativo 102/2014, i condomini hanno dovuto adeguarsi a tale obbligo per spostare la ripartizione delle spese per il riscaldamento condominiale dal metodo dei millesimi al metodo del consumo effettivo. Eppure, c’è una parte della spesa per riscaldare casa che è necessario sostenere anche a termosifoni spenti. Si tratta di una voce di costo fisso che ogni condomino deve sopportare.

Sommario

Cosa significa consumo involontario

Con il termine consumo involontario (quota fissa) si fa riferimento a quella parte di spesa energetica impiegata per l’esercizio di un impianto di riscaldamento centralizzato e che viene dispersa indipendentemente dal consumo (perdite di sistema).

Si differenzia dal consumo volontario (quota variabile) che rappresenta la quantità di calore per il riscaldamento e l’acqua sanitaria richiesto effettivamente dalla singole unità immobiliari.

Questa distinzione è stata introdotta dalla UNI 10200: la norma sulla quale si basa la ripartizione delle spese per il riscaldamento centralizzato.

Calcolo del consumo involontario

Come si calcolano i consumi involontari? Per capire come calcolare la quota fissa nella ripartizione delle spese condominiali per il riscaldamento, dobbiamo fare riferimento alla UNI 10200 nella sua ultima edizione: quella del 2018, in vigore da ottobre scorso. Una delle novità apportate dall’ultima versione della norma è proprio il miglioramento della determinazione del consumo involontario. Come si calcola, dunque, il consumo involontario?

Come si è visto, i consumi involontari sono una voce della quota fissa di gestione del riscaldamento centralizzato. Rientrano in questa categoria anche i consumi elettrici necessari al funzionamento dell’impianto e le spese gestionali.

Di seguito, il dettaglio delle voci di spesa che rientrano nella quota fissa per il riscaldamento condominiale:

  • Perdite della rete di distribuzione (consumo involontario)
  • Spese di conduzione e manutenzione ordinaria
  • Spese per la gestione del servizio di lettura dei contabilizzatori

La ripartizione dei costi fissi, secondo la nuova UNI 10200, deve essere calcolata sulla base dei millesimi di fabbisogno di energia termica utile.

Millesimi di fabbisogno di energia termica utile

Come vengono calcolati i millesimi di fabbisogno di energia termica di ogni unità immobiliare? Si tratta di una misurazione tecnica che individua la quantità di energia ideale di cui ha bisogno un appartamento per mantenere la propria temperatura ambientale a 20°C per l’intera stagione di riscaldamento.

I distaccati devono pagare i consumi involontari?

Anche coloro che decidono di distaccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato devono contribuire alla spesa del consumo immobiliare sulla base dei millesimi di fabbisogno di energia. L’impianto di riscaldamento, come si legge in una nota dell’ANACI, rimane di proprietà irrinunciabile di tutti i condomini, anche se distaccati, che dovranno contribuire ai costi per le dispersioni .

Consumi involontari e fattore d’uso dell’edificio

Una delle novità apportate dalla UNI 10200:2018 è il miglioramento della determinazione del consumo involontario nel caso di contabilizzazione indiretta. A partire da ottobre scorso, infatti, il calcolo avviene in funzione del grado di occupazione dell’edificio (fattore d’uso dell’edificio). In questo modo, i consumi involontari possono essere dimensionati anche in caso di edificio a utilizzo parziale o saltuario.

Contabilizzazione diretta e indiretta

Qual è la differenza tra contabilizzazione diretta e indiretta del calore negli impianti di riscaldamento centralizzati? Si tratta di due metodi di misurazione del consumo volontario:

Contabilizzazione diretta: nel caso d’installazione di contatori di calore per ogni unità immobiliare in grado di contabilizzare l’energia prelevata volontariamente. Può essere applicata solo ai condomini con impianti centralizzati a distribuzione orizzontale, con circuiti di riscaldamento dedicati per ogni unità immobiliare.

Contabilizzazione indiretta: prevede l’installazione di un ripartitore di calore su ogni termosifone o termoconvettore. Il contabilizzatore di calore non misura direttamente il consumo volontario (come nel caso della contabilizzazione diretta), ma fornisce un dato di consumo che, riportato al consumo complessivo del condominio, consente di ripartire la spesa del consumo volontario. È applicabile in caso d’impianto a distribuzione verticale a colonne montanti con radiatori o termoconvettori.

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