Chi ha inventato il telefono cellulare

di | 22-04-2021 | News Cellulari

Chi ha inventato il telefono cellulare e com'è cambiato nei decenni? In questo spazio cercheremo di ripercorrere i punti più importanti della storia, a partire d quel lontano 3 aprile 1973, quando un ingegnere di Motorola uscì da un hotel Hilton di New York per mostrare al modo il primo modello di telefonino.

Chi ha inventato il telefono cellulare
Confronta

Lo smartphone è ormai considerato uno strumento essenziale per la vita di miliardi di persone in tutto il mondo: per una fetta consistente della popolazione mondiale è addirittura l’unico accesso ad Internet, in alternativa al computer o ad altri mezzi per navigare o utilizzare i social network. Ma com’è nato il telefono cellulare e, soprattutto, chi l’ha inventato?

Sommario

Chi ha inventato il telefono cellulare

Già dagli anni 50-60 erano stati ideati e addirittura costruiti dei dispositivi pseudo-mobili (telefoni portatili con batteria ma di dimensioni enormi). Alcune figure chiave, come W. Rae Young (ingegnere della società Bell Labs), Donald Cox (a capo del Wireless Communications Research Group) e, ancora prima, Eric Magnus Campbell Tigerstedt (considerato il Thomas Edison della Finlandia), hanno contribuito attivamente allo sviluppo della rete mobile e dei dispositivi cellulari.

La data di nascita del primo vero cellulare, tuttavia, è il 3 aprile 1973, quando Martin Cooper, ingegnere quarantacinquenne di Motorola (nel momento in cui scriviamo è ancora in vita), fece la prima chiamata con un prototipo di “telefonino”.

Usiamo le virgolette non a caso perché il dispositivo “DynaTAC” – questo era il suo nome – era tutt’altro che “ino”: il peso si aggirava attorno a 1,5 kg e le dimensioni superavano i 30 cm, impiegava decine di ore per ricaricarsi e si scaricava in meno di mezz’ora. Nonostante ciò, questo dispositivo rappresenta gli albori della telefonia cellulare commerciale.

Motorola DynaTAC: il primo telefonino cellulare in commercio

Bisognerà attendere 9 anni, però, prima che Motorola lanciasse sul mercato una versione definitiva del telefonino cellulare, il DynaTAC 8000x, più leggero del prototipo (circa 800 grammi), ma ancora voluminoso e con un’autonomia decisamente limitata. Era dotato di un piccolissimo display monocromatico e, ovviamente, di una tastiera fisica. Si potevano memorizzare ben 30 numeri.

Il prezzo, inoltre, fa impallidire gli smartphone top di gamma di oggi: la cifra superava addirittura i 3000 dollari. È chiaro, quindi, che i cellulari inizialmente erano considerati dei veri e propri status symbol, acquistati e utilizzati essenzialmente da persone con importanti disponibilità economiche.

Come si può facilmente immaginare, anche la tecnologia di comunicazione era differente, sostanzialmente analogica: questo standard è stato utilizzato fino agli anni ’90 e superato dal digitale, con l’avvento del GSM, GPRS, UMTS e le evoluzioni che utilizziamo ancora oggi (HSPA, HSPA+, LTE, LTE-Advanced e 5G).

Motorola MicroTAC 9800X: il primo cellulare davvero tascabile

Il primo vero cellulare dalle dimensioni contenute arriva nel 1989 ed è ancora Motorola a lanciarlo sul mercato: si trattava del MicroTAC 9800X, dispositivo tascabile con design “flip” (il classico “sportellino” di molti vecchi telefonini) che segna la fine dei cosiddetti “brick phones” e proietta il Motorola nell’olimpo dei telefonini più avanzati dell’epoca. I modelli MicroTAC lanciati dall’89 al ’97 saranno oltre 30, ma sarà la serie successiva, l’iconica “StarTac”, a rappresentare un ulteriore balzo nel futuro dei cellulari.

Nokia, BlackBerry e il boom globale dei cellulari

Gli anni ’90, soprattutto nella seconda metà del decennio, sono cruciali dal punto di vista commerciale, grazie all’arrivo sul mercato di altri prodotti simbolo dell’epoca: pensiamo, ad esempio, al Nokia 6110, ai primi modelli di BlackBerry e ad una serie di brand che tutti coloro che hanno vissuto quell’epoca ricorderanno quasi con nostalgia (i vari modelli di Siemens, Alcatel, Sony Eriksson, etc…).

La telefonia mobile si toglie gradualmente la veste da status symbol e diventa un vero e proprio fenomeno di massa. L’arrivo degli sms nel 1992, l’implementazione dei primi giochi, di screensaver e di animazioni “rudimentali” sui display monocromatici rendono i cellulari popolari anche tra i giovani e i giovanissimi. La spinta definitiva è senza dubbio il forte calo dei prezzi, che rende l’acquisto molto più accessibile da quasi tutte le fasce di popolazione.

Primi anni 2000: tra colori, videochiamate e Internet

L’evoluzione del telefonino prosegue agli albori del terzo millennio e trasforma dei semplici dispositivi per chiamare e inviare messaggi in qualcosa di più affascinante e particolare: i display monocromatici lasciano il posto a schermi a colori, la multimedialità comincia ad essere implementata, attraverso i primissimi lettori musicali, i giochi più avanzati, le fotocamere e i primi servizi di videochiamata in mobilità.

Alcuni telefonini cominciavano a montare software più raffinati e complessi: il più noto fu lo storico Symbian OS, sviluppato da Nokia, al tempo il principale produttore a livello mondiale.

I produttori facevano a gara per creare form factor originali e ricercati, ma la parola d’ordine è sempre la stessa: ultraportabilità. I telefonini migliori venivano considerati quelli più piccoli, tascabili, considerati la vera novità dai “mattoni” degli anni ’80 e dei primi anni ’90.

In questi anni, inoltre, la connessione Internet muove i primi passi sulla rete cellulare, seppur con costi impegnativi per i clienti e con prestazioni ancora limitate.

I telefonini che ottennero il successo maggiore in termini di vendite durante la prima metà del 2000 furono certamente:

  • il Nokia 3310 (quasi 130 milioni di unità), lanciato nel 2000;
  • il Motorola Razr V3, considerato il telefono clamshell (a conchiglia) più venduto al mondo, che arrivò sul mercato nel 2004 ed era dotato di una scheda tecnica estreamente completa, grazie alla presenza di una fotocamera (rigorosamente VGA), del Bluetooth, della connessione dati con il supporto per il 3G, delle suonerie scaricabili e di altre chicche;
  • i vari modelli Sony Walkman, Sony-Eriksson, Siemens e di altri produttori leader dell’epoca.

I primi anni del 2000, inoltre, segnano l’arrivo sul mercato dei primi telefoni “intelligenti” con la possibilità di installare app aggiuntive, come il Nokia 9210 Communicator, i dispositivi basati su piattaforma Windows Mobile e BlackBerry.

2006: il primo smartphone touchscreen

Ci avviciniamo al 2007, la data che segna una nuova rivoluzione della telefonia mobile, scaturita con il lancio dell’iPhone. Tuttavia non fu Apple a lanciare sul mercato il primo “smartphone” touchscreen: nel 2006 LG presentò il suo LG Prada Phone, nato dalla collaborazione con il noto brand di moda. Altri importanti produttori, come Nokia e Samsung, erano pronti a lanciare modelli con schermo touch ma si decise di attendere, a seguito dell’annuncio del Prada. Tuttavia il telefono non ottenne un successo planetario come il prodotto che stava per essere presentato dalla casa di Cupertino.

2007: l’iPhone rivoluziona il mercato

Il 2007, come anticipato, segna la svolta: Steve Jobs, il 9 gennaio 2007, presenta il primo iPhone, in pratica un iPod totalmente touchscreen con funzioni di chiamata e sms, connettività Internet Wifi e 2G. Vi erano dei limiti tecnici rispetto ad altri cellulari in commercio (tra tutti, non poteva registrare video, non aveva una fotocamera frontale e non supportava il 3G), ma era dotato di un mix vincente che cambiò radicalmente il modo di concepire e usare il cellulare:

  • nessuna tastiera fisica e schermo touch capacitivo, utilizzabile con più dita, con gestures divenute praticamente uno standard (pensiamo, ad esempio, al pinch-to-zoom per ingrandire le foto);
  • un design pulito e senza fronzoli;
  • un sistema operativo semplice da usare;
  • un’interfaccia fluida e curata, dalle animazioni alle icone;
  • un app store da cui scaricare applicazioni aggiuntive.

Ciò che segue da quell’evento tenutosi a San Francisco è storia recente: i produttori storici crollarono, sostituiti ai vertici da Apple e da una nuova generazione di prodotti lanciati e supportati da aziende che abbracciarono il progetto Android (Google, Samsung, HTC, etc….), altri ancora provarono a reinventarsi e a proporre ulteriori alternative (pensiamo a BlackBerry, Microsoft e alla meno conosciuta Palm), ma senza grande successo.

Oggi lo smartphone è un prodotto che ha poco a che vedere con un telefono cellulare di 15-20 anni fa: le funzionalità multimediali (fotocamera, video, musica, giochi)  e la connessione dati hanno ormai superato per importanza le funzionalità base di chiamate-sms dei telefonini “classici” (in realtà mai totalmente scomparsi dal mercato, seppure con una quota di mercato irrisoria rispetto ai volumi di vendita degli smartphone).

Le priorità tecniche degli smartphone, il software e lo stesso form factor si sono adattati alle esigenze odierne. Probabilmente il settore negli ultimi anni si è appiattito rispetto al passato, sia dal punto di vista software che hardware, e i salti generazionali tra un modello e il suo successore non apportano rivoluzioni come accadeva agli esordi. Dopo una rincorsa all’hardware più dotato e performante, oggi la sfida tra i produttori si sta concentrando essenzialmente sul software, i servizi integrati, l’intelligenza artificiale e le funzionalità legate a Internet. Anche le dimensioni con gli anni sono aumentate notevolmente: la costante esigenza di leggere, navigare, giocare e fruire di video/foto direttamente sullo smartphone ha reso il cellulare decisamente meno tascabile rispetto ai feature phones.

Vedremo un nuovo prodotto che cambierà ancora una volta le carte in tavola, rivoluzionando nuovamente il mercato della telefonia mobile e l’uso del cellulare? E come sarà  lo smartphone tra qualche decennio? Vogliamo chiudere questo articolo con le parole del padre del cellulare, Martin Cooper. Durante un’intervista rilasciata a Panorama in occasione della consegna del prestigioso premio Marconi Prize del 2013, gli venne chiesto come si immaginasse il cellulare del 2053. La risposta di Cooper è stata la seguente: “il punto non è immaginare come sarà il prossimo gadget portatile, ma come la tecnologia può cambiare la nostra vita. Bisogna guardare ai problemi prima di pensare alle soluzioni. E i problemi di oggi si chiamano sanità, istruzione, povertà. Quando penso al futuro dei cellulari penso a come potranno risolvere questi problemi.

Cooper, inoltre, ha affermato di non essere orgoglioso dell’invenzione in sé, ma dei benefici che ha portato alla gente. “Qualche tempo fa ho letto di un pescatore indiano che, grazie ad un’applicazione presente sul suo telefono, oggi lavora in modo molto più efficiente, trovando le zone più pescose e i mercati migliori per vendere il prodotto. Ecco, posso dire che grazie al cellulare la sua vita è migliorata, cosi come quella di tutte le persone che possono comprare il pesce migliore al minor prezzo. Il mondo migliora in tanti modi differenti e la tecnologia in questo senso può aiutare, facendo star meglio le persone”.

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