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Wall box: cosa sono e come funzionano
di Fabio Caliendo | 27-09-2020 | News Gas e Luce, News Noleggio[""]
Quest’anno, grazie agli ecoincentivi, è veramente conveniente acquistare una automobile elettrica. Certo, ancora non siamo ai livelli delle auto a combustione fossile, ma la tecnologia sta facendo passi da gigante. Il problema è però sempre lo stesso: la durata delle batterie e la rispettiva tempistica di ricarica. Le colonnine pubbliche hanno poi prezzi ancora troppo alti, ma da casa, si possono risparmiare diversi euro. Le tempistiche di ricarica però, possono essere piuttosto lunghe. C’è però una soluzione. Quale?
Sommario
Da casa
Ricaricare l’auto elettrica da casa, richiede, ovviamente, energia. Questo può avvenire con le normali prese domestiche (la classica schuko), con tempi lunghissimi. Le colonnine pubbliche di ricarica, invece, in due o tre ore ricaricano la vettura. C’è per una una via di mezzo? Si chiamano wall box e rappresentano la soluzione più idonea.
Cosa sono le wall box
Le wall box, altro non sono che delle prese elettriche. Sono ovviamente l’evoluzione delle prese elettriche standard, ma sono più intelligenti. Si installano direttamente nel garage e vantano discrete prestazioni, sia per la ricarica che per i costi. Le Case costruttrici di auto elettriche ne hanno diverse a catalogo, compatibili con il rispettivo modello. Hanno prezzi alti, ma sul mercato si possono reperire le aftermarket a prezzi ragionevoli. L’importante è rivolgersi ad un professionista per l’installazione, poiché con l’elettricità non si scherza.
La wall box “prende” dunque la corrente domestica e la trasmette tramite un cavo alla batteria dell’auto. Rispetto alla normale schuko è in grado di supportare e sopportare una potenza superiore. Questo significa che riesce a trasmettere più energia alla batteria e più velocemente. E’ chiaramente diversa rispetto alle colonnine pubbliche, poiché la wall box solitamente non converte l’energia in corrente alternata (AC) prelevata dalla rete elettrica in energia in corrente continua (DC). Ecco perché poi, le auto, sono dotate di un caricatore interno che effettua la conversione, con i relativi limiti e rallentamenti.
Wall box: il caricatore fa la differenza
Come detto, l’energia arriva al caricatore. Questo, deve essere abbastanza potente per supportare l’energia inviata dalla wall box, altrimenti torniamo al punto di partenza. Se il caricatore è potente, la ricarica sarà più veloce, poiché il primo sarà in grado di trasmettere la piena potenza. Le wall box sul mercato, hanno potenze che vanno da 3,7 kW a 22 kW. Quelle più potenti sfruttano la corrente trifase, ulteriore step.
La “coppia perfetta”
Ormai l’avrete capito, inutile avere una wall box se il caricatore non è in grado di trasformare l’energia. Per cercare di ridurre le tempistiche di ricarica dunque, bisogna trovare l’equilibrio migliore tra questi due elementi. Un’auto elettrica in grado di accettare potenze di ricarica più alte, farà il pieno in un tempo decisamente più ridotto di una meno potente. La wall box, non fa miracoli, ed in ogni caso le tempistiche dipendono dalla capacità della batteria. Il principio è quello del carburante. Se per fare il pieno ad un serbatoio da 45 litri serviranno ad esempio 2 minuti, per farlo ad un’auto da 90 litri, ne serviranno il doppio.
Questione di connettori
Altra cosa da sapere, è il tipo di connettore. Le wall box presentano solitamente due tipi di connettori, ovvero i principali presenti sulle auto elettriche attualmente in vendita. Il primo è per la ricarica veloce in corrente continua DC, che come abbiamo visto è quella delle colonnine pubbliche. Il secondo è quello per la corrente alternata AC della ricarica domestica.
Si è finalmente raggiunto uno standard, che per la ricarica DC vede un connettore definito Ccs Combo2 (così denominato perché integra anche i componenti utili per la ricarica in corrente alternata offerta da diverse colonnine pubbliche). Per la ricarica AC, invece, il connettore standard è il Tipo 2. Questo può veicolare la monofase e la trifase con potenza massima di ben 43 kW. Bisogna però fare attenzione, poiché con la ricarica AC va usato un accessorio utile ai fini della sicurezza: il Control Box con sistema Pwm, acronimo di Pulse Width Modulation, pezzo solitamente già integrato.
Energia domestica? Sì, ma va rivista…
Andando a richiedere più energia al nostro contratto, dovremo modificare alcuni parametri. La wall box richiede potenze di contatore superiori agli standard di un appartamento normale, ovvero 3 kW. Va dunque richiesta una modifica al contratto per incrementare la potenza del contatore. Esistono vari step di aumento per la potenza del contatore con scatti: da 0,5 kW (tra i 3 e i 6 kW), da 1 kW (tra i 6 e i 10 kW) e da 5 kW (sopra i 10 kW). Inutile dirvi che andrete a pagare di più in bolletta. La media, di aumento per il contratto, è di 23-25 euro l’anno per ogni kW in più richiesto.
Assorbimento: devo preoccuparmi?
Devo preoccuparmi dell’assorbimento? Attaccata l’auto alla wallbox, non serve spegnere i condizionatori o il forno elettrico. Questo perché le moderne wallbox sono dotate di una elettronica in grado di capire quanta energia sta consumando il resto della casa. In questa maniera, andranno a limitare l’energia richiesta per la ricarica della batteria (aumenteranno di conseguenza le tempistiche di ricarica finale).
Wall box in condominio: la richiesta all’amministratore
Se non avete un garage di proprietà, ma una rimessa condominiale, dovrete presentare il progetto d’installazione di una wall box all’amministratore del condominio. Questo dovrà programmare una assemblea condominiale entro un mese. Come tutte le cose condominiali, servirà la maggioranza a favore. Questo perché, essendo una cosa condominiale, tutti dovranno suddividere la spesa in base ai millesimi. Conseguenza, tutti potranno usufruire della wall box. Tutti potranno collegarsi liberamente a quel punto? Certo, ma bisognerà installare una wall box che preveda l’utilizzo di tessere individuali. Queste, dotate di chip Rfid, effettueranno una lettura del consumo effettivo per ogni utilizzatore.
Ed in caso di esito negativo da parte dell’assemblea? Potrete montare la wall box a proprie spese. L’apparecchio sarà di proprietà individuale e tutti i costi saranno a carico del proprietario. Inutile dirvi che il montaggio dell’apparecchio, non dovrà causare danni di alcun tipo né creare situazioni di pericolo. Basterà un solo condomino ad opporsi, e ripartirà l’iter: riunione condominiale entro 30 giorni, pronuncia entro tre mesi o libera installazione della wall box. La wall box poi dovrà essere installata nel vostro posto auto.
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