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Esenzione bollo auto con la Legge 104: a chi spetta? Come si richiede?
di Fabio Caliendo | 13-06-2019 | News Noleggio''
Quando si parla di disabilità, l’argomento è estremamente delicato. Per coloro che usufruiscono della legge 104, c’è la possibilità di non pagare il bollo auto. Le domande più che lecite sono: a chi spetta? Come si richiede? Vediamo insieme di rispondere a tutto questo e ad altre curiosità inerenti alla questione.
[Sommario]
Cos’è la Legge 104?
Iniziamo con il capire cosa sia la legge 104 e quali siano le finalità. Questa legge, serve a garantire il pieno rispetto della dignità umana ed i diritti di libertà e di autonomia della persona portatrice di handicap. Quest’ultima ha infatti gli stessi diritti delle persone non portatrici di handicap. La legge 104 va dunque a prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, tutto per raggiungere la massima autonomia possibile. La legge assicura poi il recupero funzionale e sociale del portatore di handicap e predispone gli interventi atti a superare l’emarginazione e l’esclusione dalla vita sociale.
Bollo auto e Legge 104
L’esenzione del bollo auto, è una delle agevolazioni che rientra nella legge 104. Spetta dunque ai cittadini che presentano determinate limitazioni, fisiche o psichiatriche. Chiaramente, per usufruire di questo beneficio economico, occorre seguire uno specifico iter per inoltrare la domanda nella maniera corretta.
Chi rientra nella 104?
In breve, possiamo dire che le persone che rientrano nella legge 104, sono quelle che possiedono una minorazione fisica, psichica o sensoriale, possa essere stabile o progressiva, portando ad uno svantaggio sociale. Il portatore di handicap ha dunque diritto non solo a determinate prestazioni stabilite in suo favore, ma anche alla priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.
Invalidi civili
La prima categoria esente dal pagamento del bollo, è quella degli invalidi civili, ovvero persone che a livello fisico o psichiatrico, abbiano subito delle minorazioni tali da ridurre a circa 1/3 la capacità lavorativa. Si parla dunque di persone diversamente abili, al pari di un non vedente tanto per capirsi.
Disabili permanenti
Altra categoria, è quella dei disabili permanenti, e non momentanei. Si deve dunque rientrare in questa categoria, chiaramente comprovata. Le categorie, possiamo così schematizzarle.
- Ridotte o impedite capacità motorie permanenti;
- Grave limitazione di deambulazione o affetti da pluriamputazioni;
- Disabilità mentale o psichica;
- Cecità o sordità.
Ci sono poi le categorie riconosciute dall’ASL o altra struttura, quali:
- Capacità motorie impedite o comunque ridotte;
- Pluriamputazioni che comportino limitazioni gravi nella capacità di deambulazione;
- Problemi alla vista che compromettono ambedue gli occhi;
- Sordità perlinguale o sordomutismo;
- Minorazioni fisiche e psichiche che hanno portato all’indennità di accompagnamento.
Auto: quali sono le condizioni?
L’auto, deve essere intestata al disabile per usufruire dell’agevolazione? I casi sono diversi. Deve essere intestata direttamente al soggetto disabile, oppure ad un familiare del disabile, che risulti a fiscalmente a carico del disabile o viceversa.
Requisiti ISEE
Bisogna poi fare attenzione ad altri particolari non meno importanti. Se a richiedere l’esenzione bollo auto è il disabile intestatario del mezzo, non serve altro, ma se è un parente, questo deve avere un reddito lordo inferiore o uguale a 2.840,51 euro. È dunque meglio intestare il veicolo al disabile. Ricordiamo che solo una vettura può sfruttare l’agevolazione.
Quali sono i veicoli?
Non tutti i mezzi posso però sfruttare questa esenzione. Sono ammessi infatti gli autoveicoli per trasporto promiscuo, per trasporto specifico come le motocarrozzette, nonché i motoveicoli per trasporti specifici e per trasporto promiscuo. Le auto, nuove o usate che siano, non devono superare i 2800 cc per i diesel, mentre i benzina non devono andare oltre i 2.000 cc.
Legge 104? È regionale
La domanda per l’esenzione, varia in base alla Regione di residenza. Ci sono dunque diversi Enti ai quali rivolgersi, anche se si riducono a tre: ACI, Regioni ed Agenzia delle Entrate. Per l’ACI abbiamo: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Toscana, Umbria, Provincia Autonoma Bolzano, Provincia Autonoma Trento, Puglia e Valle d’Aosta. Vi basta consegnarla all’Unità Territoriale ACI della provincia di residenza o ad una Delegazione ACI. Si può consegnare il modulo a mano o tramite raccomandata A/R.
Quali documenti occorrono?
Le cose cambiano a seconda della tipologia d’invalidità. In ogni caso occorrono, oltre alla domanda compilata, una fotocopia della carta di circolazione del mezzo. Servono poi una copia della patente di guida speciale, i certificati attestanti lo stato di invalidità ed in caso, i documenti dell’accompagnatore. Non deve poi mancare un certificato che attesti le modifiche della automobile per consentire l’utilizzo al portatore di handicap.
In caso di disabilità gravi, occorre invece il verbale di riconoscimento dell’handicap ai sensi dell’art. 4 della legge 104/92 rilasciato dalla Commissione medica dell’ASL o altra struttura autorizzata. Se si parla di disabilità mentale o psichica, le cose si complicano. Occorre la Certificazione attestante il grave handicap del soggetto, la dichiarazione sostitutiva di certificazione certificante l’indennità di accompagnamento del disabile ed infine i documenti che attestino che il disabile è fiscalmente a carico di chi richiede la cosa. Per i non vedenti ipovedenti o i sordomuti, occorrono invece i certificati rilasciati dalle strutture pubbliche autorizzate. Come sempre, se non è intestato al portatore, serve la dichiarazione sostitutiva.
Le Regioni non convenzionate con l’ACI
Le Regioni non convenzionate con l’ACI sono: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Veneto. In questo caso, ci si deve rivolgere agli Uffici Regionali Competenti (trovate tutte le informazioni utili sul sito della Regione stessa). Per Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, in quanto Regioni a Statuto Speciale, bisogna per forza rivolgersi agli Uffici adibiti del Ministero delle Finanze dell’Agenzia dell’Entrate.
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