Cessione del quinto: i motivi di rifiuto
La cessione del quinto è una forma particolare di finanziamento con la quale la banca rientra del prestito tramite una trattenuta diretta sullo stipendio o sulla pensione.
Questo la rende, in effetti, la forma più sicura di finanziamento.
Quindi, in teoria, non dovrebbero esserci motivi di rifiuto della cessione del quinto, purtroppo non è così.
Richiedi la Cessione del Quinto
Come richiedere la cessione del quinto
La cessione del quinto possono richiederla tutti i dipendenti, pubblici o privati, ma anche i pensionati.
Richiederla è molto semplice. Infatti, per i dipendenti, sia pubblici che privati, basta presentare la documentazione anagrafica e i dati relativi all’inquadramento e allo stipendio.
La cessione del quinto può essere rifiutata?
Abbiamo visto come questa tipologia di finanziamento sia tra le più sicure, ma allora come può succedere che venga rifiutata?
Innanzitutto ci teniamo a specificare che il rifiuto non può avvenire da parte del datore di lavoro. Infatti, questi è obbligato per legge ad accettare un contratto di cessione del quinto secondo la legge Finanziaria del 2005.
Inoltre, il datore di lavoro deve in un certo senso controllare che il contratto sia a norma di legge. Ad esempio, non può accettare contratti di cessione del quinto che prevedono una trattenuta superiore al 20% dello stipendio.
Quindi in linea generale la cessione non può essere rifiutata però può avvenire che ci sia un rifiuto. Vediamo adesso alcuni di questi motivi.
Motivi di rifiuto della cessione del quinto
I motivi responsabili del rifiuto sono:
- Rifiuto da parte dell’assicurazione. Ovvero, l’assicurazione valuta negativamente l’azienda dove lavora il richiedente. Questo può avvenire per diverse ragioni, come il bilancio negativo, patrimonio in passivo e ritardo nel pagamento delle quote di cessione.
- Neo assunzione. In questo caso le garanzie non sono sufficienti per richiedere liquidità, infatti, i neo assunti non hanno maturato abbastanza TFR, tale da ricoprire il prestito. Inoltre, può esserci un rifiuto anche se il TFR è stato ritirato tutto o in parte.
- Azienda piccola. Anche se può sembrare ingiusto le assicurazioni valutano le aziende piccole, meno di 16 dipendenti, negativamente.
- Pensione prossima. Questa ragione è valida per i dipendenti privati poiché il prestito non può passare alla pensione, cosa che, invece, accade per i dipendenti pubblici.
- Salute del richiedente.
- Decisione del titolare. Anche se è un diritto del lavoratore il titolare può rifiutarsi e in questi casi è difficile che si entri in contrasto con l’azienda o società presso cui si è impiegati.
- Azienda di nuova costituzione. Infatti, sono escluse le società con meno di 24 mesi e devono aver depositato almeno i primi due bilanci
- Tipologia del contratto. Sono esclusi gli apprendisti e i dipendenti con contratto part time verticale
- Reddito mensile. Infatti il dipendente, nonostante la rata, deve avere comunque un importo netto non inferiore ai 500 euro.
Motivi di rifiuto della cessione del quinto: pensione
La cessione del quinto, infatti, può essere rifiutata anche ai pensionati. Vediamo i motivi:
- reddito minimo insufficiente, infatti, così come per i dipendenti, anche al pensionato, tolta la rata, deve rimanere almeno un importo di € 504;
- stato di salute;
- tipo di pensione;
- non essere residente in Italia;
- età: la cessione deve terminare entro gli 85 anni di età.